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Crisi a Rio. Brasile “fermo” ai Mondiali e sul mercato azionario

di Emanuele Bianchi10 Luglio 2014
10 Luglio 2014

Brasile vs Germania - Mondiali 2014La sconfitta brasiliana ad opera dei tedeschi per 7-1 subita a Belo Horizonte potrebbe costare ben più che l’uscita dei Verdeoro dal mondiale 2014. La collera dei tifosi, i 60mila allo stadio uniti ai cittadini in un comune sentimento profonda delusione, si è trasformata in saccheggi, rapine e incendi di automezzi. Anche fatti di questa gravità potrebbero passare in secondo piano rispetto al pericolo che corre l’intera economia del Brasile. Dopo gli anni dell’exploit economico del Bric (Brasile, Russia, India e Cina) il sistema economico carioca si è piantato su tassi di crescita inferiori al punto percentuale. Brucia forte alla popolazione sapere di oltre 12 miliardi di investimenti per la coppa del Mondo di calcio. Brucia soprattutto ai quei 7milioni di brasiliani che vivono in condizioni di povertà, con meno di un dollaro al giorno.

E intanto si viene a sapere che per il mondiale solo il 30% delle grandi opere promesse, mobilità urbana, porti e aeroporti è stata effettivamente realizzata. A salire sul banco degli imputati non è solo l’allenatore della Seleção, Filipao Scolari, ma anche la presidente della Repubblica brasiliana Dilma Rousseff, ritenuta colpevole della stagnazione economica. I media brasiliani sostengono che l’organizzazione dei Mondiali sia stata colpevolmente gestita dalla Fifa di Joseph Blatter.

Più che un’effettiva redistribuzione dei guadagni e della ricchezza dal mese di giugno in Brasile è salita l’inflazione al 6,52%, sono aumentate di oltre il 20% le tariffe dei biglietti aerei e del 25% quelle degli alberghi. La popolazione si aspettava un incremento dell’occupazione e un’ulteriore spinta alla crescita ma ogni attesa è stata disillusa. La Coppa del mondo di calcio 2014 assicurerà al Brasile un incremento percentuale del Pil di appena lo 0,2%.

Le speranze per un’ulteriore accelerazione dell’economia e della finanzia brasiliana sono ora riposte sui prossimi Giochi Olimpici di Rio 2016. Ancora tanti miliardi da investire su un territorio dannatamente esteso, e con parte della classe politica e imprenditoriale corrotta e spregiudicata.

Il rischio più concreto però è quello che si riaprano i movimenti di protesta anche violenta che hanno accompagnato l’avvicinamento al Mondiale, un malcontento popolare che potrebbe allontanare ancor di più la speranza della ripresa nei titoli del mercato finanziario brasiliano.

 

Emanuele Bianchi

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