“Non ero armato e non ho sparato io. Sono innocente e lo dimostrerò”. A parlare è Giovanni Battista Ceniti, il ventinovenne accusato di essere uno dei killer di Silvio Fanella, il broker ucciso a colpi di pistola all’interno della sua abitazione romana, nel quartiere della Camilluccia, il 3 luglio scorso.
L’indagato, che dovrà rispondere del reato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, si è avvalso della facoltà di non rispondere, spiegando di non ricordare molto a causa dello shock emorragico per le ferite subite durante la sparatoria, ma ha comunque voluto rilasciare dichiarazioni spontanee al procuratore aggiunto Michele Prestipino e ai sostituti Paolo Ielo e Giuseppe Cascini. “Il mio stato di salute – ha aggiunto Ceniti – non mi consente di ricordare quanto accaduto nei dettagli ma comunque io non ho sparato. Sono pronto a sottopormi ad ogni tipo di accertamento, dallo stub al guanto di paraffina, per dimostrare la mia innocenza”.
Questa non è l’unica novità sull’omicidio dell’uomo considerato il “cassiere” di Gennaro Mokbel Per il tentativo di sequestro di Fanella che ebbe luogo il 29 agosto 2012 sono finite in manette 3 persone. Si tratta di Roberto Macori, Giovanni Plastino e Aniello Barbetta. All’epoca il rapimento non riuscì perché quel giorno Fanella salì a bordo di un’automobile differente da quella individuata dai sequestratori. Secondo i carabinieri del Ros i malviventi volevano conoscere il nascondiglio nel quale la vittima celava denaro e diamanti. Soldi che Fanella sembra custodisse proprio in qualità di “cassiere” del “gruppo” Mokbel.
Nel commando del rapimento sventato ci sarebbe anche un appartenente alla banda della Magliana.
Maria Lucia Panucci