WASHINGTON – Terre rare in cambio di maggiore sicurezza militare. Questo il possibile accordo tra Ucraina e Stati Uniti, la cui firma è prevista per venerdì 28 febbraio a Washington dove il presidente Zelensky incontrerà Trump. La speranza di Kiev è che l’avvicinamento economico tra i due Stati possa ammansire il governo americano migliorando i rapporti futuri del Paese sfinito da una guerra in corso ormai da tre anni. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, consapevole dell’importanza del sostegno degli Stati Uniti, si dice pronto “a passare oltre le offese personali” che qualche giorno fa il presidente Trump aveva riservato al presidente ucraino.
Cosa prevede l’accordo
Il testo dell’accordo, che non contiene esplicite garanzie di sicurezza, amplierà le relazioni con Washington. La bozza, presentata la scorsa settimana dal presidente americano Donald Trump, era stata inizialmente rifiutata dal leader ucraino. Nello specifico, Trump pretendeva diritti sull’estrazione di minerali per un valore di 500 miliardi di dollari, insieme ad altre condizioni considerate inaccettabili.
La versione definitiva dell’accordo, stilata il 24 febbraio, dovrebbe prevedere l’istituzione di un fondo in cui Kiev contribuirebbe con il 50% dei proventi derivati dalla monetizzazione futura delle risorse minerarie di proprietà dello Stato. Tra questi petrolio, gas e logistica associata. Un fondo che poi servirà per la ricostruzione dell’Ucraina una volta raggiunta la pace. Fuori dalla versione finale i maggiori produttori di gas e petrolio ucraini Naftogaz e Ukrnafta, che portano già guadagno alle casse del governo di Kiev.
Il vero punto sono però le garanzie di sicurezza promesse dal governo americano, mai messe nero su bianco, oltre che l’entità della partecipazione statunitense nel fondo.
Perché Trump punta alle terre rare
Cruciali per l’economia contemporanea per il loro utilizzo nell’industria e nella tecnologia, le terre rare sono considerate le “vitamine della società moderna” ma anche a rischio di interruzione dell’approvvigionamento. L’Ucraina, al 40esimo posto tra i Paesi produttori di minerali, possiede il 5% di tutte le risorse mondiali, secondo il World mining data 2024.
Tra le risorse manganese, titanio, grafite, zircone. Il sottosuolo ucraino sarebbe inoltre ricco di giacimenti di litio, per la cui estrazione sarebbero necessari investimenti consistenti.
Le implicazioni geopolitiche
Attualmente la Cina detiene una posizione dominante nella produzione e raffinazione delle terre rare. Questo implica una forte vulnerabilità nella catena di approvvigionamento a discapito di Europa e Stati Uniti. La dipendenza dal governo cinese infatti aumenta il rischio di interruzioni della fornitura, oltre che di possibili conflitti commerciali. Per questa ragione, Donald Trump ha avviato un braccio di ferro con l’Ucraina per assicurarsi la fornitura dei preziosi minerali.