In Emilia la terra continua a tremare.
Una nuova scossa di magnitudo 3,7 tra le province di Ferrara e Modena intorno all’una di notte ha agitato il popolo emiliano dopo che la terra aveva tremato per la prima volta alle quattro della notte tra sabato e domenica. L’epicentro è stato a San Felice sul Panaro a36 chilometri a nord di Bologna. A questa scossa ne sono seguite molte altre (circa un centinaio).
I morti sono sei: Nicola Cavicchi e Leonardo Ansaloni sono stati rimasti schiacciati sotto il crollo della fabbrica di ceramiche di Sant’Agostino, nel Comune di Sant’Agostino. Nel medesimo comune, la morte di Gerardo Cesaro, determinata dal crollo di un capannone della Tecopress. Un altro crollo, questa volta che ha interessato lo stabilimento Ursa, società che produce polistirolo, ha causato la morte Tarik Naouch.
Nerina Balboni, Gabi Ehsemann e Anna Abeti sono morte in seguito a un malore post terremoto.
Danni ingenti agli edifici e al patrimonio storico. I Comuni più colpiti San Felice, Sant’Agostino, Mirandola e Finale Emilia dove è crollata la torre del municipio.
Il premier Mario Monti, dal vertice Nato a Chicago ha espresso la sua vicinanza alle popolazioni colpite e ha assicurato che “sarà fatto tempestivamente tutto quello che necessario nelle circostanze”.
Domani il Consiglio dei ministri dichiarerà lo stato d’emergenza.
Anche il presidente Napolitano si è unito al dolore delle famiglie colpite.
Intanto volontari e mezzi della Protezione civile stanno arrivando da varie parti d’Italia per fronteggiare l’emergenza.
“Che nel 2012 crollino coperture di capannoni costruiti negli anni 2000 deve fare riflettere più di tante altre cose”così il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli ha puntato il dito contro le metodologie di costruzione che pur nel rispetto delle norme antisismiche hanno prodotto il collasso delle strutture.
Alessio Perigli