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Corcolle. Arriva il dossier per convincere Monti. I tecnici danno l’ok alla discarica ma il fronte del no si fa sentire. E si respira già l’odore di una multa firmata UE

di Anna Serafini16 Maggio 2012
16 Maggio 2012

Corcolle è “idoneo per uso commerciale e industriale e pertanto per accogliere rifiuti non pericolosi”. Questa è la posizione dell’Agenzia regionale per l’ambiente, Arpa, sul sito dell’VIII Municipio che sostituirà Malagrotta. Ieri, durante un summit in Prefettura sui risultati dei tre monitoraggi condotti in sei mesi dal dipartimento di Ingegneria ambientale dell’Università di Tor Vergata, è arrivato anche il sì dei docenti. Parere positivo dunque, la discarica si può fare ma attenzione alla falda acquifera sottostante il sito sulla quale verterà il monitoraggio dei prossimi mesi. “La falda sarà 11 metri sotto il livello della discarica”, tranquillizza Giovanni Pecoraro, prefetto di Roma e commissario straordinario all’emergenza rifiuti nella capitale, ma ciò non basta ai tecnici che denunciano la necessità di realizzare un’opera di impermeabilizzazione. “Attenzioni procedurali” di questo tipo saranno tenute in considerazione nella gara di appalto europea per la costruzione e la gestione della discarica.
Ma chi dice Europa, dice tempo. La chiusura della discarica di Malagrotta è prevista per il 30 giugno. La pratica è ormai quella di chiedere deroghe su deroghe e anche al termine di questa scadenza, non si farà un’eccezione e si tenterà di tenerla aperta tutto l’anno. Ma denuncia Niccolò Rinaldi, europarlamentare (Idv): “un’eventuale, nuova proroga della chiusura della discarica di Malagrotta provocherebbe un immediato ed ulteriore intervento dell’Unione europea, che sul caso ha già aperto una procedura di infrazione. Chi si assumerà la responsabilità di queste proroghe continue e quindi della sicura multa comminata dall’Europa?”.
“Uniamoci, scongiuriamo l’incubo di avere rifiuti per le strade della capitale”, auspica Pecoraro. L’obiettivo è condiviso. Il problema è la scelta del luogo e il fronte contro Corcolle si fa sempre più combattivo. “Siamo contrari al sito perché lo riteniamo effettivamente difficile dal punto di vista ambientale e dei vincoli”, ha ribadito il sindaco Alemanno. Della stessa posizione, a motivo della vicinanza con Villa Adriana, patrimonio Unesco, il conte Urbano Barberini, l’archeologo Andrea Carandini, Marco di Cosimo, consigliere comunale del Pdl e presidente della commissione Urbanistica e i ministri Corrado Clini e Lorenzo Ornaghi. Contrari anche i professori Fausto Zevi e Zaccaria Mari che proprio a Corcolle hanno rinvenuto una necropoli. E inoltre, il consigliere comunale del Pdl, Federico Guidi, il capogruppo del Pd in Campidoglio, Umberto Marroni e il presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio. Sabato prossimo, protesteranno i “Comitati per il post-Malagrotta”; tra i manifestazioni anche Giorgio Albertazzi, Franca Valeri e Sabina Guzzanti. Pecoraro, con il supporto della regione, è tuttavia intenzionato ad andare avanti. In settimana consegnerà a Monti un dossier con i risultati delle indagini svolte dai tecnici sul luogo per chiedere un’autorizzazione formale al premier. Chi la dura la vince. Forse.

Anna Serafini

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