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Alla Rinascente di Roma arriva la spilla maliziosa

di Alessandra Pepe18 Maggio 2012
18 Maggio 2012

«Averla è facile. Chiedimi pure come». Questo lo slogan trovato per pubblicizzare la nuova Rinascentecard, la carta fedeltà gratuita, valida in tutti gli store, i grandi magazzini sparsi in tutto il Paese. Una carta promozionale che «più la usi, più ti premia, basta mostrala in cassa per godere di una grande varietà di vantaggi». I privilegi consistono in offerte e promozioni durante tutto l’anno e sui marchi che aderiscono all’iniziativa, consulenze gratuite di fashion stylist e beauty consultant, inviti a eventi esclusivi, partecipazione a concorsi a premi, riparazioni sartoriali gratuite eccetto che per i capi in saldo, e convenzioni con i partner della Rinascente.
La controversia. La spilla, con il non celato doppio senso, ha causato reazioni differenti sia di alcune commesse e dirigenti del grande magazzino sia di politici. La bagarre è iniziata tutta dalla Rinascente di Firenze quasi un mese fa, dove le lavoratrici sono state le prime a prendere posizione contro lo slogan equivoco perché vittime di “facile” umorismo da parte dei clienti.
Monica Ferreri, responsabile della comunicazione di Milano, e ideatrice del badge: «Rimango stupita, non ho ricevuto nessuna protesta da altre parti d’Italia. Mi sembra presuntuosa, sono una donna anch’io ma non mi sarebbe venuto in mente. Comunque se la direttrice di Firenze me lo chiederà non avrò niente in contrario a ripesarci».
Lo sbarco nella Capitale. Da ieri “le spille delle polemiche” sono arrivate nella sede romana della Rinascente, e già in molti hanno preso posizione. Prima fra tutte è stata il capogruppo Pd della Regione Lazio, Esterino Montino, insieme al consigliere Tonino D’Annibale. «Non si può fare promozione con volgari doppi sensi a spese della dignità delle donne. Reputo la scelta dell’azienda umiliante e offensiva – continuala Montino –  per tutte le donne e in particolare per le lavoratrici di questo noto marchio di abbigliamento e prodotti per la casa». La capogruppo Pd ha chiesto chela Rinascente interrompa «subito questa volgare ed equivoca scelta di marketing, oppure il sindaco Alemanno deve emettere un’ordinanza di chiusura alla Rinascente per messaggio osceno in luogo pubblico. La dignità delle donne non è in vendita». Sarà, ma oggi nel punto vendita di Piazza Fiume nessuna delle commesse indossava la spilla dello scandalo, e la direttrice dell’ufficio vendite ha spiegato che «era solo una trovata pubblicitaria, e le polemiche scatenate sono solo un stupido pretesto, che non ha interessato Roma, ma Milano, e poi sono frutto di una maliziosità inutile, perché basta aprire la televisione ed essere travolti dai doppi sensi».

Alessandra Pepe

 

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