Diecimila negozi chiusi nei primi due mesi dell’anno. A Roma è record nazionale

Sono ben diecimila i negozi chiusi  in Italia nei primi due mesi dell’anno. A lanciare l’allarme è l’Osservatorio Nazionale di Confesercenti. Secondo i dati dello studio che analizza la tendenza delle nuove aperture di esercizi commerciali, tra gennaio e febbraio di quest’anno le attività sono sempre più in crisi: meno 50% rispetto allo stesso periodo del 2012, una percentuale che dà un’istantanea dello stato di crisi del settore. Si tratta infatti del dato peggiore degli ultimi vent’anni, che aggrava ancora di più la crisi occupazionale. Se la tendenza non sarà invertita, a fine anno potrebbero chiudere fino a 60mila negozi.
Non si riesce a fare impresa. L’Osservatorio di Confesercenti rileva poi che dalle cessazioni di attività deriva anche il crollo delle locazioni. Sono infatti 500mila i locali per esercizi commerciali rimasti sfitti in tutta Italia. E la crisi economica e dei consumi colpisce anche gli esercizi pubblici: nei primi due mesi del 2013 hanno chiuso 9.500 tra bar e ristoranti. Secondo lo studio Confesercenti “nel commercio non si riesce più a fare impresa, il 2013 si avvia ad essere un anno orribile, ben peggio del 2012. Oltre al saldo molto negativo, si conferma un altro allarmante fenomeno: quello del crollo di nuove aperture”.
La crisi del settore a Roma.La Capitale vanta il record nazionale per numero di negozi chiusi dall’inizio dell’anno. Nei primi due mesi del 2013 le attività commerciali che hanno abbassato le saracinesche in tuttala Provincia di Roma sono 845, di cui ben 553 solo a Roma (14 al giorno). Il saldo tra le cessate attività e nuove aperture è quindi negativo, una differenza di 576 negozi in meno in tutta la provincia e392 a Roma. Secondo il Presidente Confesercenti di Roma Valter Giammaria “i dati diffusi dall’Osservatorio nazionale, con alcuni focus territoriali sulle chiusure delle attività, confermano l’allarme che abbiamo lanciato più volte: la piccola e media impresa sta morendo, soffocata da una crisi dei consumi e un mercato senza regole che permette l’imperante presenza di merce abusiva e contraffatta in tutte le strade della città”.